Nei nostri laboratori si studia come sfruttare le proprietà naturali degli scarti del caffè

La qualità, testata nei nostri laboratori, di terricci, fertilzzanti e compost , è nota in tutta Italia: non a caso i nostri prodotti sono stati selezionati per far fiorire quattro padiglioni di Expo 2015. Alla qualità si aggiunge l’estrema comodità nelle consegne, grazie alla nostra flotta che ci consente di raggiungere e mettere in posa, senza sforzi, zone impervie e collinari come vie anguste nelle grandi metropoli: ultima, solo in ordine di tempo, la nostra fornitura di terra per il nuovo quartire di lusso milanese City Life.
Ma i motivi per scegliere Italia Terricci non si esauriscono qui. Da sempre, infatti,ci impegnamo a far fiorire orti, giardini, resort, strutture ricettive mediante prodotti sostenibili, certificati e frutto di processi innovativi, che non soltanto garantiscano altissimi standard qualitativi, ma che abbraccino un concetto di economia circolare.
In quest’ottica si snoda la nostra ricerca sul potenziale utilizzo della “silverskin”, ovvero la pellicola che proviene dalla tostatura del caffè, utile per abbassare il pH della terra di coltivo, valorizzando così un prodotto di scarto che, opportunamente lavorato, potrà essere immesso nuovamente nel ciclo ‘agricolo’.
A ispirare questo progetto c’è la volontà di innovazione, che da sempre contraddistingue il nostro approccio, che ci ha consentito di offrire sempre prodotti di alta gamma ai nostri clienti.
A far accendere la lampadina ai nostri esperti è stata una ricerca di Stefania Marzorati, Rita Nasti, Luisella Verotta del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali Università degli Studi di Milano con un focus proprio sull’economia circolare.
L’Italia è il terzo più grande Paese al mondo per l’importazione di caffè verde e rappresenta il terzo Paese al mondo per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme, grazie alla presenza sul territorio nazionale di oltre 800 torrefazioni. Il processo industriale di lavorazione dei chicchi di caffè verde genera un unico rifiuto organico denominato “silverskin” per un quantitativo annuo nazionale di circa 7.500 tonnellate. Il silverskin è la sottile pellicina che ricopre il chicco di caffè, rimosso durante la torrefazione e comunemente impiegato come fertilizzante.
Parliamo infatti di un prezioso elemento naturale al 100%.
Dalle analisi chimico-fisiche, questo sottoprodotto industriale è risultato un materiale ancora ricco di sostanze di interesse, come antiossidanti, caffeina ed acidi grassi, con composizione variabile in funzione della specie e del luogo di coltivazione del caffè verde. Per la sua interessante composizione, il mondo scientifico internazionale si è mobilitato negli ultimi anni per trovare un utilizzo alternativo per la valorizzazione del silverskin, non limitato solo al settore agricolo e bio-energetico. I nostri ricercatori sono quindi al lavoro per declinare questo prezioso e ricco elemento naturale all’interno della produzione in un’ottica di continuo miglioramento, sposando sempre più, nel concreto, il concetto di economia circolare.
A tal proposito la ricerca nei nostri stabilimenti ha già acceso i motori, si lavora con lo spirito che ci ha sempre contraddistinto: fare sempre meglio, con particolare attenzione alle esigenze dell’ambiente.